Chi non si è mai chiesto perché a seguito di una delusione amorosa si soffra così tanto!? La risposta è molto semplice e va individuata nella cosiddetta “molecola del mal d’amore”. Tale molecola è stata scoperta e osservata per la prima volta da Oliver Bosch, dell’Università di Regensburg (Germania), eseguendo alcuni esperimenti realizzati su maschi di “arvicole di prateria” particolarmente legati al loro “rapporto di coppia”. I risultati di questi studi sono stati poi pubblicati sulla rivista specializzata “Neuropsychopharmacology”. I ricercatori, nello specifico, hanno tentato di separare l’arvicola dal partner notando, nell’animale, dei comportamenti “depressivi” più marcati rispetto alle reazioni conseguenti, ad esempio, l’allontanamento dai suoi parenti. In tal modo si è scoperto che nel cervello dell’arvicola, in particolare nei circuiti delle emozioni, risultva incrementato il fattore di rilascio della corticotropina che andava a determinare la genesi di queste emozioni. Gli esperti hanno verificato anche il caso opposto, appurando che andando a bloccare la molecola, i “sintomi” di abbandono spariscono e dimostrando come sia proprio la diffusione di corticotropina ad esserne la causa. La “molecola del mal d’amore” è presente anche negli esseri umani ed ha un ruolo fondamentale perché è lei la “colpevole” del dolore provocato da una delusione sentimentale.